Giorgio Cini

Giorgio, unico figlio maschio di Vittorio Cini, è nato a Roma il 26 novembre 1918.
Laureato all'Università di Padova in Giurisprudenza il 17 giugno 1940 e in Scienze Politiche il 29 giugno 1941 aveva iniziato a inserirsi nelle multiformi attività imprenditoriali paterne.

A soli 25 anni, diede ampia prova delle sue capacità salvando il padre dal campo di concentramento nazista di Dachau (ne trattò la liberazione direttamente con le alte gerarchie del regime nazista a Berlino e, riscattatane la vita, riuscì a riportarlo in Italia con una rocambolesca fuga in aereo nel giugno del 1944).
Il 3 luglio 1945, a poco più di due mesi dalla Liberazione e dalla fine della guerra, Giorgio, presentando un ponderoso memoriale, rivolge al Comitato di Liberazione Nazionale Regionale Veneto (CLNRV) la richiesta di esprimere un giudizio sull'opera del padre (sottoposto a procedimento da parte dell'Alto Commissariato per le sanzioni contro il fascismo), sull'attività svolta durante il fascismo e sull'atteggiamento tenuto nel periodo della Resistenza.
La Commissione d'inchiesta, presieduta da Gino Luzzatto, giunse alla conclusione della non imputabilità di Vittorio Cini, ritenuto anzi "un raro esempio di laboriosità, capacità creativa, rettitudine politica e spirito di patriottismo".

Il 31 agosto 1949, Giorgio Cini perdeva la vita precipitando subito dopo il decollo, assieme al pilota del bimotore che gli aveva ceduto i comandi, sulla pista del piccolo aeroporto di St. Cassien presso Cannes.

La memoria di Giorgio fu onorata dal padre a Venezia con la Fondazione Giorgio Cini e a Ferrara con l'Istituto di cultura che prende il nome di "Casa Giorgio Cini".